Il baccalà è il nome del merluzzo nordico grigio che viene sottoposto a un processo di salagione prima di essere consumato.
Difatti in tutto il mondo è conosciuto come “pesce salato”.

Non va però confuso con lo stoccafisso, in quanto quest’ultimo non è conservato sotto sale ma è unicamente essiccato

Il termine deriva dal tedesco bakkel–jau, che a sua volta è una trasposizione di una parola in uso nelle lingue neolatine (bakel-jau, ovvero “duro come una corda”).

In Italia lo conosciamo tutti grazie al fatto che è un piatto rinomatissimo al Nord Est, specialmente in Veneto. Ma forse non tutti sanno la storia ad esso legata e che ci porta a centinaia di chilometri dalla nostra penisola.

Secondo la tradizione, il merito di aver importato il baccalà nel Bel Paese va a Pietro Querini, mercante veneziano che era solito compiere numerosi viaggi verso le Fiandre.
Nell’aprile del 1431 salpò da Creta con un equipaggio numeroso insieme a merci di scambio ma qualcosa andò storto: dopo mesi di navigazione, non lontani dalla destinazione, una tempesta violentissima rese impraticabile la navigazione e tutti furono costretti ad abbandonare l’imbarcazione in due scialuppe.

Solo 16 di loro riuscirono a sopravvivere, tra cui lo stesso Pietro Querini, e furono trasportati in un’isola dell’arcipelago delle Lofoten, nel nord della Norvegia.
Qui scoprirono la tradizione locale di conservare il merluzzo sia essiccandolo, sia ponendolo sotto sale: meravigliato da ciò e dal suo sapore, egli tornò in Italia e divenne testimone di una bontà che gradualmente si diffuse in tutto il Paese!

Ora che sai un po’ di più sulla storia di questa prelibatezza del mare, vieni da noi a provarlo farcito con pane profumato e pecorino, servito con crema mediterranea di pomodoro, capperi e olive!

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